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Il Fantasma di Paganini - Genova

 

Stando a numerose testimonianze, ma anche secondo un verbale del corpo della Polizia Municipale della città di Genova, redatto nel 1947, Spirito Indomito del grande violinista Nicolò Paganini potrebbe vagare ancora fra le mura della città che gli diede i natali.

 

Sebbene in diverse parti della città si racconti che, Paganini manifesti la sua presenza, la vicenda più eclatante è sicuramente quella accaduta il 16 Giugno 1947  nel salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale.

 

Questo edificio, nei secoli, è sempre stato il simbolo del potere della Repubblica. La sua costruzione iniziò verso la fine del XIII secolo, assunse il nome di “Ducale” con la nomina del primo doge genovese, Simon Boccanegra, nel 1339.

 

Nel 1815 nelle carceri di Palazzo Ducale, poste in alto sulla Torre Grimaldina, il celebre violinista fu incarcerato con l’accusa di ratto di minore e sfruttamento della prostituzione: Angelina Cavanna, questo il nome della ragazza, era una giovane non ancora maggiorenne, che pare si fosse ritrovata incinta dopo essere rientrata a Genova da un soggiorno a Parma con l’illustre violinista.

 

Paganini fu denunciato dal padre della ragazza Ferdinando, il quale sembra avesse lui stesso avviato la figlia al mestiere del meretricio, allo scopo di estorcere dei  quattrini al grande violinista. Il Maestro, che già da tempo era un affermato musicista,  fu scagionato e liberato dietro il pagamento di 1.200 lire quale indennità di rimborso al padre della giovane.

 

Sarà forse per questo episodio, che lo spirito del violinista si sia legato indissolubilmente al palazzo?

 

Il 16 Giugno  1947 nel salone del Maggior Consiglio, si verificò un fenomeno singolare e inspiegabile. Il fatto, è ampiamente documentato nei fascicoli custoditi presso l’Archivio dell’ufficio Belle Arti del Comune di Genova (ASCG, Fondo Belle Arti, sc. 15 fasc. 63/13).

 

In detta data il violino di Paganini, il Cannone, costruito da Giuseppe Guarneri del Gesù (custodito ora presso Palazzo Tursi, sede del Comune), fu portato nel Salone del Maggior Consiglio su richiesta della Golden Star, una casa di produzione cinematografica, la quale doveva girare un film dal titolo La voce di Paganini.

 

All’una di notte, del 16 giugno 1947 nel salone, durante l’esecuzione di un brano di Paganini a cura del Maestro De Barbieri (primo violino del Teatro dell’Opera), accompagnato dalla sua orchestra, si udì una voce che interruppe l’interpretazione: “Io sono Paganini, Bravo Bravo” e la misteriosa voce aggiunse ancora “Ah! le mie Streghe, le Streghe”.

 

Le Streghe era appunto il titolo del brano che il Maestro De Barbieri stava suonando.

 

Intervenne immediatamente la polizia municipale che setacciò in lungo e in largo il salone e il piazzale sottostante, per cercare di scoprire se vi fossero microfoni nascosti o quant’altro avesse potuto essere la naturale causa della misteriosa voce.

 

Inutile dire che non trovarono nulla e la storia finì su tutti i giornali. Fra le tante ipotesi, ci fu chi insinuò che la misteriosa voce fosse stata provocata da un vigile urbano che aveva doti da ventriloquo, ma non vi furono mai prove certe. Ci fu anche qualcuno che rivendicò la paternità dell’evento, uno scherzo giocato da un portuale che si trovava all’interno del Palazzo, ma nessuno gli diede credito. Dal quel giorno, nessuno sentì più la voce del Diabolico Violinista, ma si sa: Paganini non replica mai!

 

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