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Lo Spiritismo nella Poetica di Pirandello

La poetica di Pirandello potrebbe essere stata influenzata dalle discipline dello spiritismo, questo è quanto si avvince dalle sue diverse opere, quali: Fu Mattia Pascal, La casa del Granella, Dal naso al cielo, Sei Personaggi in cerca d’autore. In quelle che possono sembrare argomentazioni tipiche del periodo del decadentismo, un occhio attento, potrebbe intravvedere una grande cultura in materia di discipline esoteriche, tra queste lo spiritismo e la teosofia . Tra la fine del 1800 e primi decenni del 1900 va a delinearsi, una nuova dimensione del pensiero dell’occidente, la concezione di “spiritualismo”. Lo Spiritismo, trova terreno fertile nei salotti di tutta Europa, e va ad influenzare non solo gli aspetti politici, ma anche alcuni autori della letteratura del ‘900. Come gran parte degli autori italiani nati nella seconda metà del 1800, Luigi Pirandello, parte dal naturalismo che messo in discussione dalla crisi del positivismo, lo introduce ha una nuova consapevolezza che non lo fa rimanere indifferente a queste nuove discipline. La consapevolezza di questa crisi, lo porta a interessarsi ad autori con sua stessa visione filosofica come l’amico Luigi Capuana, interessato anch’esso ai fenomeni psichici. Infatti, fu proprio lo stesso Capuana che, introduce il giovane Pirandello, nei meandri delle discipline spiritiche, al suo ritorno in Italia dalla Germania. Capuana e Pirandello presero spesso parte a sedute spiritiche, come si avvince in una lettera di Luigi Capuana inviata all’amico e pubblicata nel volume Mondo Occulto (Edizioni Del Prisma). Nel testo, oltre a raccontare di una seduta spiritica, tenutasi in casa di un “nobile romano”, Il Capuana rimprovera Pirandello, che, pur attingendo per le su opere alla filosofia spiritica egli continua ad avere un accostamento scettico, e a suo dire, irrispettoso nei confronti delle entità disincarnate, e lo ammonisce a riconsiderare le sue posizioni. Pare che sia stata questa seduta a ispirare Pirandello per il capitolo “le prodezze di Max” nel Fu Mattia Pascal. Pirandello descrive la seduta con maestria, riuscendo a creare un perfetto connubio tra macabro, surreale e grottesco. Sebbene i toni siano sempre orientati sulla miscredenza, il personaggio, Adriano Meis (Mattia Pascal) ha un approccio ironico, che potrebbe celare timore nei confronti di ciò che non si può percepire.

L’interesse di Pirandello per lo spiritismo non è solo manifestato nel romanzo Fu Mattia Pascal, ma anche in molte altre opere, dove, anche nei casi in cui non parla esplicitamente di fantasmi, traspare l’interesse per l’imponderabile.

Infatti, molte delle sue produzioni letterarie sono costellate di personaggi che sono affascinati dalle scienze occulte o dal mondo spiritico. Nella convinzione che ci sia “qualcos'altro” al di là delle religioni rivelate che possa

fornire la certezza della sopravvivenza dell’anima dopo la morte, nel corso degli anni, Pirandello cambia la sua poetica, avvicinandosi al surrealismo; e proprio in tema di surrealismo e spiritualismo troviamo la novella “Di Sera un Geranio” (da Novelle per un anno).

Il racconto è incentrato sulla vicenda di un uomo appena trapassato, che vede con altri occhi il suo corpo sul letto, la casa e il giardino circostante, (tipico esempio dell’esperienza dello sdoppiamento astrale).

L’anima, finalmente libera dalla prigionia del corpo fisico manifesta l’ultimo desiderio di continuare a esistere, anche se per pochi istanti, nella breve vita di un fiore.

 

Fonti:Metafisica e Letteratura in Pirandello, Antonio Illiano – Vallecchi Editore, Lo

spiritismo ne “Il fu Mattia Pascal” Samanta Gamboni – Pirandello Web

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